Benvenuti a Chinatown

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Oggi sono partita per Copenaghen. Viaggio di lavoro per cui fermiamo subito gli entusiasmi.

Il viaggio è lungo più o meno come andare oltre oceano, perché il super aeroporto di Venezia, collegato con quasi qualunque parte del mondo in modo abbastanza decente, sembra aver deciso che invece Copenaghen se la snobba e costringe noi poveri viaggiatori a fare scali nelle più disparate città europee. Oggi è toccato a Vienna (vi lascio immaginare il volo Venezia – Vienna, più o meno lo stesso tempo che ci impiego io ad andare al lavoro la mattina in macchina).

Sono partita da Venezia nel primo pomeriggio con 30 gradi sapendo di dover arrivare in serata a Copenaghen che, per quanto in questi giorni il tempo sia clemente, si trova pur sempre ad una latitudine che comporta una temperatura più alta di quella che il mio corpo può sopportare il 17 di settembre.  Per cui, da viaggiatrice (che si crede) esperta quale sono, decido di partire col mio vestitino tutto frou frou e pois per poi fare un cambio tattico anti freddo nei bagni dell’aeroporto di Vienna. Fiera della mia idea tanto arguta quanto elementare, metto nel trolley che mi porto dietro come un cagnolino pantaloni lunghi e maglia a maniche lunghe. Top!

Dopo un estenuate volo di ben 45 minuti con benefit di bambina capricciosa urlatrice che avrebbe fatto perdere la pazienza credo anche alla Montessori, arrivo a Vienna e mi catapulto nel primo bagno per fare il cambio tattico. Entro nella toilette e mestamente mi accorgo che in piedi ci stiamo appena appena io e il fido trolley cagnolino. Non sarei mai riuscita ad aprirlo in quel buco per tirare fuori la mise da wonder woman. Decido che in fondo è un bagno femminile e che insomma siamo in un paese nordico, mica si scandalizzeranno a vedere una in reggiseno, no?!? Ebbene mi sbagliavo!

Esco dal bagno, appoggio il trolley su un ripiano, lo apro, estraggo pantaloni e maglietta e comincio la vestizione. Infilo i pantaloni e tolgo il vestito per mettere la maglietta. Ma è in questo esatto momento che uno sguardo schifato, proveniente da due occhi a mandorla che mi guardano dallo specchio di fronte, mi fa sentire come se stessi compiendo atti osceni in un luogo di culto.

La signora orientale davanti a me, a quanto pare, è troppo puritana per gradire la visione di un’altra donna in pantaloni e reggiseno. E vi giuro che non avevo due provocanti stelline luccicanti sui capezzoli bensì un reggiseno nero talmente casto che forse di peggio ci sono solo quelli da allattamento, manco un fiocchetto di raso che potesse far pensare a qualcosa di lontanamente sexy insomma. E vi giuro anche che non puzzavo e l’ascella era depilata per cui il suo schifo non poteva derivare dalla mia mancata cura e igiene personale. Dopo un attimo di sgomento in cui il mio sguardo ha risposto al suo con un inequivocabile “che cazzo vuoi?”, continuo la mia opera vestizione soddisfatta per il pareggio appena raggiunto.

Per tutta risposta la signora da un sonoro colpo di tosse al quale fa seguire una cospicua e rumorosa scatarrata che pensa bene di espellere sul lavandino davanti a lei (e a me).

E niente, ha vinto lei. Cina- Italia 2-1. L’invasione è vicina.

Andiamo a Copenaghen che è meglio!

Sono arrivata a Copenaghen alle 9 di sera per cui l’unica foto disponibile è quella che vedete a lato. Farò di meglio la prossima volta!

 

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